Fibra ottica, fibra-mista, banda ultra larga? Queste sconosciute…

Gli italiani sembrano conoscere poco le architetture infrastrutturali su cui viaggiano i dati Internet, sono poco consapevoli della qualità delle prestazioni di cui possono usufruire tramite i loro dispositivi e servizi e sono quindi esposti a offerte commerciali in alcuni casi poco chiare e in altri per certi veri ingannevoli.

A rivelarlo è uno studio di  ULI – Utility Line Italia, uno tra i più antichi ISP (Internet Service Provider) italiani, fondato a Seveso nel 1995 nell’hinterland milanese, che ha realizzato  la survey online “Welcome Satisfaction”, condotta tra 400 clienti provenienti da altri operatori. Ne emerge un quadro che deve far riflettere, a maggior ragione se si considera che secondo gli ultimi dati AGCOM del 2019, il 95% delle famiglie italiane è raggiunto dalla ADSL, il 67% è coperto da fibra con velocità in download di almeno 30 Mbit/s e  il 35,3% tocca i 100 Mbit/s. Inoltre, sempre l’AGCOM (delibera n. 292/18/CONS) impone di esplicitare, sia nella fase pre che contrattuale, informazioni evidenti e trasparenti circa le caratteristiche dell’infrastruttura utilizzata per l’erogazione dei servizi, arrivando a specificare sigle, sottotitoli e colori.

Così si scopre che il bollino verde con la sigla F maiuscola e il sottotitolo “Fibra”, va indicato per segnalare al consumatore l’utilizzo di un’architettura in fibra ottica che arriva alla base dell’edificio. Il termine fibra può essere adottato solo se il servizio è offerto esclusivamente su schema FTTH (Fiber To The Home) -  il cui collegamento, interamente in fibra, parte dalla centrale, passa dalla cabina e giunge in casa - o in fibra ottica dedicata, che dalla centrale perviene direttamente all’abitazione. Il bollino giallo con la sigla FR va segnalato per la composizione territoriale mista rispetto alle infrastrutture e alle tecnologie. In questo caso l’operatore per specificare la tipologia di fibra, che può viaggiare su paradigma FTTC (Fiber To The Cabinet) o FWA (Fixed Wireless Access), deve precisare rispettivamente il sottotitolo “Misto Fibra-Rame” o “Misto Fibra-Radio”, in funzione della relativa copertura geografica. Il bollino rosso va adoperato nei casi di ADSL o HDSL, con la sigla R e il sottotitolo rispettivo “Rame” o “Radio” per identificare un’architettura che non supporta prestazioni a banda larga.

Seconda la ricerca di ULI – Utility Line Italia, il 65,6% degli intervistati dichiara di non conoscere la differenza tra architettura mista FTTC (VDSL2) e fibra ottica to the home (FTTH) o dedicata, mentre il 33,4% non ne è al corrente e l’1% non risponde. Le cause della migrazione dai precedenti ISP (TIM, Vodafone, Fastweb, Wind e altri) a ULI sono: costi elevati e continui aumenti (34,4%), velocità limitata e diversa da quella stimata (24,4%), chiarezza contrattuale (18,9%), assistenza tecnica carente (10%), qualità audio (8,9%), inadeguata assistenza commerciale (2,4%), non risponde (1%). Tra gli utenti che riscontravano velocità limitata della linea e insufficiente qualità audio, il 65,8% sostiene che in fase precontrattuale era stato informato sul funzionamento di una linea FTTC, su come funziona la telefonia VoIP (Voice over IP, ossia la telefonia via Internet)  e sul fatto che la velocità dipende dalla tratta in rame tra l’abitazione e il cabinet, il 31,2% non lo era stato e l’2% non risponde. La domanda “Durante la precedente migrazione hai avuto disservizi?’”, ottiene le seguenti risposte: “no” (38,9%), “sì, sulla telefonia” (34,4%), “sì, sulla connessione Internet” (20,1%), “sì, sulla connessione Internet e telefonia” (4,6%), non risponde (2%). Circa il grado di soddisfazione presso il precedente gestore, in una possibilità di punteggio da 1 a 5, solo il 3,3% indica “5 su 5”, l’8,9% “4 su 5”, il 13,3% “3 su 5”, il 27,8% “2 su 5”, il 45,7% “1 su 5” e l’1% non risponde.

Andrea Massa | Utility Line Italia“Preoccupa – afferma Andrea Massa, IT Support Manager di ULI – Utility Line Italia e curatore dello studio – che ci sia una certa confusione tra gli utenti sulle architetture infrastrutturali di Internet e per questo ben vengano le indicazioni dell’AGCOM. Non è una questione nominalistica, ma si tratta di chiarezza contrattuale e di prestazione effettivamente a disposizione del cliente rispetto a quanto promesso. Molti utenti hanno vissuto esperienze negative. La più diffusa è quella della fibra ottica fino al cabinet (FTTC), che prosegue in rame fino all’edificio:  nei contratti viene spesso indicata una velocità fino a 100 Mbit/s senza specificare un MCR (banda minima garantita).  Altro caso è quello dell’installazione dell’ADSL, in attesa della fibra che non arriverà mai. Oppure ancora, pochi sono informati del fatto che, ad oggi, la fibra mista-rame (FTTC/VDSL2) e le datate ADSL/HDSL non consentono ulteriori upgrade di banda come invece è possibile nel caso della fibra (FTTH) e della fibra ottica dedicata”.

Vittorio Figini | Utility Line Italia“Fin dalle prime connessioni Internet nel 1995 – interviene Vittorio Figini, amministratore e fondatore di ULI – Utility Line Italia – la nostra società sposa in pieno la trasparenza commerciale/tecnica con i propri clienti, indicando sempre in fase precontrattuale la tipologia di linea, il profilo commerciale, le velocità stimate di allineamento e la garanzia di banda. In fase di post-installazione, il cliente può analizzare i propri dati grazie al monitoraggio live del traffico generato. In una giungla di proposte commerciali come l’attuale (TV, email, SMS, radio), è importante spiegare al cliente finale la necessità di una connessione di qualità al fine di sfruttare al meglio servizi quali per esempio streaming, telefonia VoIP e cloud backup. In questo senso c’è ancora molta strada da fare, nonostante Internet abbia ormai 50 anni di vita: era infatti il 29 ottobre 1969 quando fu effettuata la trasmissione di un primo pacchetto di dati tra due computer, uno all'Università di a Los Angeles e l'altro al Research Institute di Stanford”.

 

 

 

 

 

Dopo la delibera Agcom cui i grandi operatori si stanno opponendo sia in sede giudiziaria che a livello commerciale/ L’analisi di ULI – Utility Line Italia: “Il modem libero a favore della Net Neutrality”.

Seveso, 19/03/2019 - A seguito della delibera 348/18/CONS dell’Agcom, dal 31 dicembre 2018 privati e aziende non sono più obbligati a utilizzare il modem o il router proposti dagli operatori (ISP – Internet Service Provider). Ciò asseconda il principio della neutralità della Rete, oltre a portare vantaggi tecnici ed economici a tutti gli utenti, che potranno risparmiare sul costo del dispositivo e usufruire dei vantaggi del VoIP. A sostenerlo è uno studio di uno studio ULI – Utility Line Italia, tra i più antichi ISP (Internet Service Provider) italiani fondato a Seveso nel 1995 nell’hinterland milanese, in collaborazione con l’Associazione italiana Internet provider (AIIP).

La delibera dell’ Agcom adegua le norme italiane alla direttiva europea sulla neutralità della Rete prevedendo misure attuative per la corretta applicazione dell’articolo 3 del Regolamento (UE) n. 2015/2120 che stabilisce misure riguardanti l’accesso a una rete aperta, con specifico riferimento alla libertà di scelta delle apparecchiature terminali. Si tratta di un piccolo terremoto se è vero che diversi operatori, tra cui Tim, Vodafone, Fastweb, Wind Tre hanno fanno ricorso al Tar il cui esito è previsto per il 23 ottobre 2019, tuttavia è stata  respinta l’istanza di sospensione della entrata in vigore della delibera dell’ Autorità fino a tale data.

Secondo lo studio, uno degli aspetti problematici del non adeguamento alla direttiva comunitaria è quello del VoIP (Voice over IP), con diversi operatori che impongono l’uso del “loro” apparato al cliente che vuole fruire della telefonia tramite IP, inserendo ad esempio diverse limitazioni come il vincolo della connettività  e l’impossibilità di installare centralini PBX.  Le numerazioni telefoniche dei grandi ISP sono, nella maggior parte dei casi, rilasciate sotto forma di linee tradizionali (analogiche) pur utilizzando tecnologia VoIP. In questo caso il servizio di telefonia non potrà mai essere utilizzato in modo indipendente dalla connettività.

Sotto l’aspetto contrattuale molte compagnie vendono un loro apparecchio al cliente avendo  così gioco facile nel proporre upgrade di contratto o spesso inseriscono il router a pagamento. Con un modem di proprietà il cliente ha a suo carico solamente il costo del dispositivo e non canoni di comodato d’uso. Con la nuova normativa, gli operatori possono continuare a proporre un proprio apparato ma devono rendere esplicito il costo del solo terminale differenziandolo da quello di installazione, configurazione e manutenzione. Inoltre, lasciando liberi i clienti di scegliersi il router, sono obbligati a rilasciare anche le configurazioni dei propri numeri di telefonia.

Andrea Massa | Utility Line Italia“Il vantaggio tecnico principale – spiega Andrea Massa – IT Support Manager di ULI - è che il cliente può finalmente acquistare un modem mirato per le proprie esigenze, gli appassionati di domotica potranno scegliere modelli con il controllo integrato dei dispositivi; il cliente potrà utilizzare meccanismi di QoS (Quality of Service) per gestire le priorità del traffico sia per la telefonia che per il gaming. Il VoIP libero permette sia di utilizzare il proprio numero di telefono su altri dispositivi come telefoni IP, centralini PBX e Smartphone” ma anche di utilizzare sulla stessa connettività numerazioni VoIP di gestori differenti. Proprio per questi motivi, ULI, fin dalle prime connessioni internet, ha sempre lasciato liberi i propri clienti di acquistare liberamente il proprio apparato comunicando loro tutti i parametri di accesso e guidandoli alla configurazione”.

Vittorio Figini | Utility Line Italia“Qualche precauzione. Dal momento che – sostiene Vittorio Figini, amministratore di ULI - il modem non vien più fornito dall’operatore,  è necessario ricordare che i provider internet (escludendo un problema legato alla rete) non si faranno carico di quelli che dovessero sorgere con il dispositivo. In caso di guasto di questo sarà dunque necessario rivolgersi al produttore. Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è la sicurezza, con un modem in comodato d’uso la sicurezza del dispositivo (aggiornamento firmware) viene eseguito direttamente dal provider, con il modem libero questa sarà di competenza del cliente finale. Sono proprio questi due aspetti che hanno sempre spinto i nostro clienti ad utilizzare il modem dai noi fornito (vd. sotto Tabelle)”.

Giovanni Zorzoni“Il diritto di scegliere liberamente le apparecchiature terminali (modem/router) con le quali collegarsi a Internet – interviene Giovanni Zorzoni, direttore generale di Mynet e membro dell’Associazione italiana Internet provider (AIIP) -  non risulta ancora pienamente riconosciuto dai grandi operatori italiani. Ribadisco che non esiste una reale impossibilità tecnica di erogare servizi VoIP su modem liberamente scelti dall’utente. La creazione di sistemi chiusi, di soluzioni strettamente proprietarie, la spinta verso l’oligopolio/monopolio non minacciano solo il pluralismo del mercato delle TLC da un punto di vista economico, ma rappresentano un modello di sviluppo digitale distopico e pericoloso per le nostre società democratiche. Come Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) partecipiamo da oltre un anno alla Free Modem Alliance, operante anche di fronte alla giustizia amministrativa, nella difesa dei diritti di scelta dei cittadini. Sono convinto che, nei prossimi mesi, assisteremo al suo graduale ma comunque inesorabile accoglimento di tale istanza anche da parte dei grandi operatori”.

 


20-03-2019 - Today.it
Ict: Uli, il modem libero è a favore della net neutrality.  (leggi articolo)

19-03-2019 - Top trade
Perché la neutralità della rete è sempre da preferire.
Uno studio condotto da Utility Line Italia con AIIP segnala i vantaggi tecnici ed economici per gli utenti che scelgono il modem libero. (leggi articolo)

19-03-2019 - Affari italiani
ULI e AIIP, “Il modem libero a favore della Net Neutrality” (leggi articolo)

 

Addio alla linea tradizionale, dal privato alle aziende il futuro della telefonia passa dal mobile e dal VoIP

Seveso, 10/12/2018 -  Dai privati che rinunciano alla linea fissa per passare al VoIP (Voice over IP) o al solo mobile, alle aziende che anch’esse spostano il numero tradizionale sul VoIP, al vecchio fax che sta scomparendo, la telefonia ha un nuovo futuro basato sulla Rete e sulla trasmissioni dei dati. Ad affermarlo è uno Studio ULI – Utility Line Italia, tra i più antichi ISP (Internet Service Provider) italiani, fondato nel 1996 a Seveso nell’hinterland milanese.

Il costo del numero analogico è aumentato negli ultimi anni. Telecom Italia, che entro il 2024 dismetterà più della meta delle centrali di trasmissioni, onerose per costi energetici e immobiliari, spinge verso il VoIP. Orange, erede di France Télécom, mira a migrare totalmente  sulla stessa tecnologia.  Intanto le tariffe mobile sono sempre più convenienti per l’agguerrita concorrenza degli operatori (Tim, Vodafone, Wind Tre, Iliad) e affidabili. Secondo il campione di circa 1.500 clienti di ULI, che ha approntano un servizio “taglia bolletta” che consente di eliminare il fisso e ricevere le chiamate al proprio mobile risparmiando fino al 60% della bolletta, gli utenti analogici sono diminuiti dall’80% nel 2010 al 45% del 2015 al 13% del 2018, all’opposto le utenze VoIP sono aumentate dal 10% (2018) al del 35% (2015) al 52% (2018). Crescono coloro che negli stessi anni rinunciano progressivamente al fisso: rispettivamente 10%,  20% il 35%.

A differenza dei privati che abbandonano il numero tradizionale, le aziende mantengono le numerazioni attive migrando il servizio dalla rete commutata pubblica - la RTG (Rete Telefonica Generale) - al VoIP. Due i fattori determinate: il risparmio dei costi che può arrivare al 60% per un privato e fino all’80% per un’azienda (col VoIP  più si fanno telefonate, più si risparmia). Questa tecnologia implica altri vantaggi per un’azienda: la possibilità di poter fare/ricevere fino a 100 telefonate contemporaneamente e attivare facilmente servizi aggiuntivi come la segreteria telefonica via e-mail, l’ invio/recezione fax via e-mail, la registrazione e la deviazione selettiva delle chiamate. I dati ULI confermato tale indirizzo: le aziende con analogico calano dall’80% del 2010 al 58% del 2018 al 25% del 2018, mentre aumentano quelle che optano per il VoiP rispettivamente del 20% (2010), 42% (2015) e 75% (2018).

Il servizio fax, già quasi del tutto dismesso dai privati a vantaggio della e-mail, sta anch’esso registrando una decrescita nelle aziende. Ciò si spiega con la diffusione del servizio PEC che certifica la validità legale dei documenti,  la praticità di eliminare l’apparecchio, il risparmio della carta e il rispetto dell’ambiente. Secondo lo studio di ULI l’utilizzo del fax analogico nelle aziende diminuisce dall’85% nel 2018 al 35% nel 2015 al 12% nel 2018. Al contrario il ricorso al FAX via e-mail si accresce rispettivamente del 10%, al 45% e al 40%.  Aumentano le aziende che hanno del tutto eliminato il fax: lo usavano il 5% del 2010, il 20% nel 2015, il 48% nel 2018.

 “Prevediamo – spiega Vittorio Figini, amministratore di ULI – Utility line Italia – che nel 2020 tra i privati solo il 5% utilizzerà il fisso, il 45% passerà al VoIP e ben il 50% rinuncerà del tutto alla numerazione tradizionale. Tra le aziende ben il 95% impiegherà il VoIP. Circa il fax, l’8%  manterrà quello analogico, il 62% vi rinuncerà del tutto, mentre il 30% opterà per la mail come servizio sostitutivo. Dobbiamo prepararci a un futuro in cui il telefono solo voce tenderà a sparire. Sara fondamentale l’ accesso in fibra per supportare i servizi IP. Andremo verso una decrescita di funzioni tradizionali a vantaggio di nuove tecnologie e di opzioni che consentiranno di comunicare congiuntamente via voce, video e dati in modo sempre più complesso e sistemico”

 


Il Comunicato è stato ripreso da:

10-12-2018 - Affaritaliani.it
Tlc, addio alla linea tradizionale. Il futuro passa dal mobile e dal VoIP

10-12-2018 - CorriereComunicazioni
Voip al galoppo, nel 2020 lo userà il 95% delle imprese.
Secondo l’indagine condotta da Uli oggi il Voice Over Ip è adottato dal 52% degli itenti italiani. A spingere la svolta “digital” il caro-prezzi dell’analogico. La Pec “uccide” il fax.

10-12-2018 - Sussidiario.net
I NUMERI/ Il futuro della telefonia passa da mobile e VoIP.
La telefonia ha un nuovo futuro basato sulla Rete e sulla trasmissioni dei dati. Ad affermarlo è uno Studio ULI – Utility Line Italia

11-12-2018 - Corriere della Sicurezza
Studio ULI, Addio linea tradizionale, da privato ad aziende futuro di telefonia passa da mobile e VoIP

11-12-2018 - TopTrade
Il futuro della telefonia è nel mobile e nel VoIP. Un nuovo studio ULI – Utility Line Italia prevede l’addio alla linea tradizionale

15-12-2018 - ZonaNews
Monza e Brianza: addio alla linea tradizionale, dal privato all'azienda il futuro della telefonia passa dal VoIP

Seveso, 24/09/18 – Dai siti ai portali di comunicazione con la famiglia, al registro elettronico alle dotazioni tecnologiche delle biblioteche e delle aule, la scuola 4.0 può essere sempre più una realtà.

Secondo dati Telecom elaborati da ULI – Utility Line Italia, ISP (Internet Service Provider) di Seveso nell’hinterland milanese, a settembre 2018, delle quasi 85mila scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia al liceo, quelle con copertura fibra (FTTC/FTTH – Fiber to the Cabinet/Fiber to the Home), che possono cioè installare la connessione ultraveloce, sono circa il 60%, quelle con copertura ADSL il 33%, quelle senza banda larga (fibra e ADSL) il 7%.

In base ai dati MIUR/Agi 2017 su circa il 65% delle scuole italiane, la Rete non arriva in modo omogeneo in tutte, la maggioranza di esse sono connesse via ADSL, ma solo il 10% di queste viaggia oltre i 30 megabit per secondo, mentre la fibra raggiunge solo il 15% delle scuole.

Il tema torna a essere oggetto di discussone perché mancano pochi mesi alla scadenza del 31 dicembre 2018 termine entro cui le scuole italiane possono usufruire di quanto prevede il Punto 3 del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), varato nel 2015, che prevede uno stanziamento di 1.000 euro per attivare servizi di connettività base o evoluta per gli istituti scolastici.

A tornare sull’argomento è ULI – Utility Line Italia, che ha attive un centinaio di scuole su tutto il territorio nazionale: dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia-Romagna, dalla Toscana al Lazio alla Sicilia, di cui ben 35 in provincia di Monza e della Brianza distribuite tra Cesano Maderno, Giussano, Meda, Seveso e Seregno.

Vittorio Figini - Fondatore di Utility Line Italia“Le scuole hanno una grande opportunità. - afferma Vittorio Figini, fondatore e amministratore di ULI – Utility Line Italia. -  Abbiamo iniziato nel 2002 a portare le prime connessioni ADSL fino a migrare da qualche anno alla fibra ottica. Una linea performante  consente di realizzare alcuni obiettivi della scuola digitale: dalla dematerializzazione dei servizi (siti e portali, comunicazione scuola-famiglia, registro elettronico di classe e del docente, gestione centralizzata dei contenuti didattici multimediali) alla dotazione tecnologica dei laboratori e delle biblioteche (connessioni, computer, LIM e proiettori interattivi) a quella delle aule (connessioni, devices fissi e mobili in dotazione a studenti e docenti, LIM e proiettori interattivi)”.

“E’ però fondamentale che le connessioni dedicate alle scuole – continua Figini - abbiano la banda minima garantita, fattore essenziale per un servizio di qualità agli istituti scolastici. Al fine di venire incontro alle esigenze delle scuole, è anche importante disporre di una linea di backup, che garantisca sempre la connessione ad Internet attraverso sistemi Wireless Hiperlan e 4G/LTE a seconda della copertura.”

Vittorio Figini - Fondatore di Utility Line ItaliaCi sono sempre nuove novità e frontiere nel Voice over IP (VoIP), una tecnologia che ha iniziato a diffondersi in modo convinto nelle aziende nei primi anni 2000 e che oggi vive una nuova stagione grazie al continuo sviluppo della tecnologia stessa, la diffusione della banda larga, il Cloud. Ne parliamo in questa intervista con Vittorio Figini, fondatore e amministratore di  ULI – Utility Line Italia, uno dei più antichi ISP – Internet Service Provider italiani, costituito nel 1995 a Seveso nell’hinterland milanese.

Come vede la diffusione del VoIP in particolare tra le aziende? È possibile fare un confronto con la situazione estera?

In base ai nostri dati la richiesta da parte delle aziende ha registrato un aumento del 20/30% dal 2016 al 2017. I vantaggi sono evidenti: dalla riduzione dei costi alla facilità di gestione, dalla portabilità e mobilità anche su mobile, al fatto di poter disporre di più canali (chiamate contemporanee) sullo stesso numero. Esistono ancora certe resistenze non tanto sulla funzione in se stessa ma sui costi di implementazione, il fatto cioè che gli apparati devono essere sostituti, un timore ingiustificato visto che il ritorno dell’investimento si realizza dall’anno e mezzo ai tre anni. Non possiamo dire che il gap con gli Stati Uniti, il Giappone, i Paesi del Nord Europa, quegli stessi dove da più tempo è diffusa la banda larga, sia colmato, ma siamo sulla strada giusta.

A livello di costi e di gestione le aziende sono pronte ad assecondare le potenzialità di questa tecnologia?

Secondo le nostre esperienze, rispetto al telefono tradizionale, il VoIP può determinare risparmi del 50/60%. Un vantaggio concreto, scalabile, cui contribuisce la consapevolezza dello strumento. Il VoIP viaggia su Internet ed è svincolato da qualsiasi contesto di monopolio. È importante capire che è decisivo, non più la quantità delle numerazioni disponibili, ma il numero delle chiamate effettivamente effettuate/ricevute. Detto questo, i vantaggi sono straordinari, si pensi solo al fatto di poter ricevere contemporaneamente 100 telefonate, alla funzione di volano del VoIP a beneficio della organizzazione dell’azienda e della gestione del personale e alla possibilità di poter rispondere a una telefonata al proprio numero aziendale direttamente sul mobile.

Quale il futuro del VoIP, che cosa consiglia alle aziende?

Potremmo dire, con una provocazione ad effetto, che tutto è VoIP: tutte le telefonate che facciamo a un’istituzione o a un’azienda per chiedere informazioni e supporto sono già via Internet e VoIP. E’ quindi la tecnologia intrinseca necessaria, la velocità di banda, la chiarezza del segnale, i tempi di latenza che consentono di disporre di tutta la potenzialità del VoIP. È però essenziale scegliere un ISP che garantisca livelli di banda minima garantita e servizi contrattuali a partire dagli SLA (Service Level Agreement), e che magari faccia scelte particolari, come quella di non far pagare lo scatto alla risposta. Proprio perché la forza intrinseca e il futuro del VoIP passano dalla Rete, la possibilità di avere centralini VoIP in Cloud è la nuova frontiera, i cui sviluppi dovrebbero essere maggiormente incoraggiati su più piani, a partire dalle politiche infrastrutturali e tecnologiche del Paese.

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