Milano - Erano molto ben organizzati i componenti di una gang di provenienza dall'Europa orientale che aveva attivato una serie di operazioni Internet illegali con cui riusciva a truffare istituti bancari ed utenti italiani, rastrellando a loro spese profitti ingenti, sopra il milione di euro.
Di questa truffa hanno parlato ieri i componenti del Nucleo operativo di Polizia tributaria di Milano della Guardia di Finanza, che hanno spiegato le modalità con cui le truffe venivano eseguite. Attraverso numerose email di phishing, realizzate per assomigliare quanto più possibile a comunicazioni ufficiali degli istituti di credito. Nei messaggi venivano citati fantomatici problemi di database e l'utente veniva invitato a re-inserire i propri dati di web banking in un sito web anch'esso simile a quello della propria banca, ma naturalmente fasullo e pensato per "catturare" quelle informazioni.
Un tipico caso di phishing, dunque, e per quanto possa sorprendere che ancora molti siano gli utenti che cadano in queste trappole, secondo i cybercop milanesi il giro d'affari dell'organizzazione malavitosa era ragguardevole: si ritiene che abbiano rastrellato almeno un milione di euro dai conti dei truffati. Gli altri numeri dell'operazione non sono da meno: l'intervento delle Fiamme Gialle ha bloccato pagamenti verso l'estero per cifre superiori ai 400mila euro, 230mila sono gli euro sottoposti a sequestro preventivo, 204 i bonifici illegali che sarebbero stati attivati e nel complesso 276 le transazioni verso l'estero andate "a buon fine".
Secondo gli inquirenti il ring truffaldino si appoggiava a migliaia di siti diversi che sono ora stati bloccati. La ragione della loro esistenza è ovvia: le email di phishing vengono inviate ad ondate in sequenza. Una volta spedite, i siti truffaldini che vengono citati nelle email hanno vita breve grazie all'intervento generalmente molto tempestivo delle forze dell'ordine. L'apertura di decine, centinaia o migliaia di siti truffaldini consente nel corso di alcuni giorni di effettuare una massiccia operazione di spam modificando ad ogni ondata i link di riferimento e rendendo quindi più difficile bloccare la truffa in atto.
Le Fiamme Gialle hanno arrestato per truffa e riciclaggio di denaro due persone di cittadinanza lettone e altre 152 sono invece state denunciate anche per esercizio abusivo dell'attività di mediazione creditizia e finanziaria. I proventi delle truffe, infatti, venivano girati dai criminali ad un network di conti correnti d'appoggio, gestiti da persone poco accorte.
Per conquistare la disponibilità di queste ultime, che ora rischiano guai giudiziari non secondari, i malviventi facevano credere ai correntisti di essere rappresentanti di società inesistenti che necessitavano di conti correnti di "mediazione": in cambio del transito sui loro conti di certe somme, ai correntisti veniva promessa una "commissione". Tolta la commissione, i correntisti compiacenti giravano il grosso delle truffe su altri conti all'estero, ai quali accedevano gli autori dello schema, configurando appunto anche il reato di riciclaggio di denaro.
Stando a quanto riferito dagli inquirenti, i correntisti corresponsabili di queste attività ottenevano un introito pari al 5-10 per cento dei soldi truffati, somme evidentemente allettanti ma frutto di inganno.
Fonte: Punto-Informatico